Arriva a Mantova la prima biennale dedicata alla fotografia femminile e al lavoro, diretta da Alessia Locatelli.
Dal 5 all’8 marzo 2020.
La città di Mantova si prepara per accogliere la prima edizione della Biennale che dal 5 marzo 2020 punterà i riflettori sul mondo visto e fotografato dalle donne.
Lo sguardo dietro l’obiettivo è di artiste provenienti da tutto il mondo, tra queste Annalisa Natali Murri, Nausicaa Giulia Bianchi, Eliza Bennett, Erika Larsen, Betty Colombo.
L’idea di creare una Biennale basata sullo sguardo femminile nasce dal desiderio di offrire alle donne spazi per raccontarsi liberamente di fronte a un sistema che non ci permette di essere pienamente noi stesse. Durante questa edizione lo fa raccontando il rapporto con il lavoro. Si tratta di una scelta molto precisa e definita ma non per questo contraria o chiusa al punto di vista di un genere differente che potrebbe fare parte delle prossime edizioni. Anzi, nel tentativo di sensibilizzare il più possibile riguardo la parità, l’approccio inclusivo risulta fondamentale.
La biennale e la città
Quella con Mantova è una relazione definita e voluta sin dagli esordi. Infatti, il legame con la città è molto profondo. La manifestazione ha goduto di un appoggio concreto nell’organizzazione e alcuni dei sui palazzi più belli faranno da cornice alle foto. Le dodici mostre sono ospitate in bellissime location pubbliche e private in giro per la città. Sarà occasione per visitare realtà monumentali come Palazzo Te, il Rigoletto e la Galleria del disegno e scoprire gallerie come Corraini Edizioni, la casa del Pittore e spazio Bernardelli. Inoltre, è proprio a Mantova che è nata nel 2018 l’Associazione La Papessa, che ha dato vita al progetto e dopo la Biennale continuerà a occuparsi di fotografia e promozione. E tante sono le collaborazione legate al territorio mantovano, tra queste la Fondazione BAM già attiva con la fotografia e la pubblicazione di libri fotografici.
Parliamo di lavoro
Il tema è molto ampio e l’obiettivo è sviscerarlo con spirito critico. Del resto la fotografia sa essere un mezzo di indagine potente e questa biennale vuole offrire a tutti semplici strumenti e occasioni per farlo.
La potenza dell’argomento trattato è chiara ed emblematica dal principio, sin dall’immagine scelta per la comunicazione. È tratta da un video dell’artista inglese Eliza Bennet: è stata scelta per raccontare lo sforzo delle donne a lavoro. Da un lato è una riflessione sul cucito denotato come lavoro tipicamente femminile, dall’altro è un riferimento concreto al tema con uno dei principali strumenti di lavoro, da sempre. Appunto, la mano.
Si tratta di una presa di posizione molto precisa. Parlare di lavoro tramite l’immagine in un momento così complesso significa voler essere uno stimolo per tutto il sistema culturale per affrontarlo in senso critico e avvicinare allo stesso tempo molte persone. Il lavoro riguarda tutti, è un tema universale, tanto nella sua presenza quanto nella sua assenza. Crea vicinanze o lontananze, legami e separazioni, a volte lotte, in qualsiasi modo ci tocchi. Comunque ci tocca. Si tratta di un macro tema così ricco di sfaccettature e problematiche da permettere di toccare anche sotto temi, di certo non minoritari, come il gender gap e lo sfruttamento.
Non solo mostre
Il programma non si limita alle 12 mostre organizzate nei diversi spazi messi a disposizione nella città. Si compone di eventi che arricchiscono le occasioni di discussione sul tema. Sono previsti conferenze, letture portfolio e tre workshop a cura di Sara Lando, Betty Colombo e Letizia Battaglia, portavoce della ricerca mai rassegnata di una indipendenza espressiva al pari dei colleghi.
Ci saranno anche proiezioni, presentazioni di film e libri legati al tema del lavoro. Tra gli altri, il film “Il lavoro femminile di ieri e oggi tra questione patriarcale e sfruttamento”, la proiezione “Essere donne” con la regia di Cecilia Mangimi, lavoro nato nel ’64 e presentazione del libro “Oro Rosso” di Stefania Brandi che è un’artista freelance.
Saranno giorni intensi, si parlerà di femminilità e di condizioni di minorità, di libera espressione e di lotta alla ghettizzazione del pensiero.
Come prova dell’effettiva comprensione di questi punti di vista e degli obiettivi dell’evento, mi auguro di incontrare e di confrontarmi con moltissimi uomini.
5-8 marzo 2020, Mantova.
Le mostre allestite nei luoghi storici della città rimarranno attive nei fine settimana per tutto il mese di Marzo, dal 5 al 29 marzo.
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bffmantova
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Articolo di Maria Serena Bongiovanni
Ph Credit: Sito ufficiale e pagina FB dell’evento